Come fare della propria ipersensibilità una forza?

Aggiornato il da Ginevra Bodano

“Ma perché piangi?”. Quante volte le persone ipersensibili si sono sentiti dire questa frase! Per quanto mi riguarda, quando mi capitava mi sentivo sempre in colpa, come se non fosse normale essere così tanto sensibile. In effetti, per le persone ipersensibili le lacrime e il pianto fanno quasi parte del loro essere. È un modo per queste persone di evacuare le loro emozioni, che percepiscono come troppo forti. È una condizione che può scatenare imbarazzo in base alla situazione in cui si scatena, ma non bisogna viverla come una debolezza, anzi! L’ipersensibilità può trasformarsi in una forza se la si accetta e la si canalizza. Ecco come fare!

Come fare della propria ipersensibilità una forza?

8 consigli per trasformare la propria ipersensibilità in una forza

1) Imparare a conoscersi

Guardare dentro se stessi non è affatto facile. Ci sono delle parti nascoste di noi che probabilmente abbiamo paura di tirare fuori. Tuttavia, fare questo lavoro di introspezione è necessario per potersi accettare e capire. Perché solo imparando a conoscerci riusciremo a capire più facilmente le ragioni alla base di un’emozione troppo forte. Sapersi ascoltare è il modo migliore per trasformare la propria ipersensibilità in una forza perché più ci si capisce, meglio ci si rapporta con la propria percezione delle emozioni.

2) Sviluppare la propria autostima

Di solito le persone che riconoscono di essere ipersensibili non hanno una grande autostima. Il problema è che è proprio la nostra autostima che ci aiuterà a trasformare la sensibilità in una forza. Non c’è niente di più bello che sentirsi vivi attraverso le emozioni forti che si percepiscono. Dunque, è bene fare un lavoro di accettazione di sé per essere in pace con questo aspetto del proprio carattere e della propria personalità. Bisogna avere un buon livello di autostima e mostrare con fierezza le caratteristiche che ci rendono diversi!

3) Capire le proprie emozioni e accettarle

Quando siamo bambini, abbiamo l’impressione che gli adulti non possano piangere. Crescendo ci si rende subito conto che questa idea è un’assurdità. Infatti, forse piangiamo di più in età adulta che durante l’infanzia. Da adulti, bisogna normalizzare il fatto di piangere davanti agli altri. Mostrare le proprie emozioni è una cosa sana, e ci si può permettere di farlo apertamente in compagnia dei propri cari. Tuttavia, quando capita di avere voglia di piangere in presenza di persone sconosciute o poco empatiche, è bene allontanarsi per poter vivere le proprie emozioni in tranquilla solitudine.

❤️ Bisogna imparare ad affermarsi e cercare di far capire agli altri che non c’è nessun problema nell’essere ipersensibili, e pazienza se questo a loro non piace! Essere emotivi non è un difetto!

Vedi anche - E perché piangere farebbe bene alla salute?

4) Rilassarsi e meditare

La meditazione consapevole può essere un vero e proprio sostegno per le persone ipersensibili. Le nostre emozioni sono direttamente collegate ai nostri pensieri. Quando pratichiamo la meditazione, ci si esercita a distaccarsi dalle proprie emozioni. Meditare aiuta a prendere del distacco, a osservare il flusso delle emozioni da un punto di vista diverso, lontano, senza lasciarsi invadere. Questa tecnica di rilassamento permette anche di allentare le tensioni e l’ansia che influiscono sul benessere del nostro corpo. Ecco perché meditare può rivelarsi particolarmente utile per le persone ipersensibili! Alle volte il nostro corpo non accetta con serenità le emozioni del nostro stato psichico, quindi la meditazione lo aiuta a rilassarsi!

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5) Canalizzare le proprie emozioni attraverso la creatività

Questo è forse il più grande rimedio contro l’ipersensibilità: trovare un’attività che permetta di vivere più serenamente la percezione delle proprie emozioni. Creare permette di concentrarsi e di prendere del distacco da emozioni violente come la rabbia o la tristezza. Sta a ognuno di noi scegliere l’attività che più gli corrisponde. Per alcuni potrebbe essere la fotografia, per altri la pittura, la scrittura, l’origami, etc. Bisogna trovare il proprio mezzo di espressione artistico per trasformare la propria ipersensibilità in una forza, o magari anche in un’opera d’arte, chi può dirlo!

6) Sperimentare la sofrologia

Si tratta di una tecnica di sviluppo personale, una via di mezzo tra lo yoga e la meditazione. Ma che cosa “cura” la sofrologia? Ebbene, questa pratica crea un legame tra il corpo e lo spirito; l'esperto ci fa fare degli esercizi di visualizzazione per raggiungere questo obbiettivo. La sofrologia caycediana può dunque aiutarci, permettendoci di comprendere meglio quello che accade dentro di noi. Infatti, il fatto di percepire costantemente le emozioni in modo forte ci disconnette dal nostro involucro, ovvero il corpo.

➜ Stare all’ascolto del proprio corpo e dei segnali che ci invia è necessario per comprendere al meglio se stessi.

7) Fare attività fisica

Per continuare il discorso dei due punti precedenti, ricordiamoci che il corpo è l'elemento più trascurato nella vita di una persona ipersensibile. Praticando dello sport, si crea un rapporto più sereno tra il proprio corpo e i propri sentimenti. Infatti, non è mica un segreto: fare sport è un ottimo modo per evacuare le tossine e per autoregolarsi.  L’endorfina, la serotonina e la dopamina liberate attraverso lo sforzo fisico favoriscono un acquietamento delle emozioni. Questo è uno dei punti chiave per riuscire a gestirle meglio. Questa sensazione di benessere che fa sentire distesi e rilassati ha effetto sia a breve termine, immediatamente dopo la seduta, sia a lungo termine, soprattutto quando l’attività sportiva viene praticata con una certa frequenza.

8) Riposarsi

Quando si è ipersensibili, percepire costantemente le emozioni in modo molto forte può essere sfiancante. È necessario dunque un maggiore riposo e non è un aspetto da trascurare. Dormire almeno 8 ore a notte permette di avare un sonno ristoratore che ricarica le nostre batterie. In generale, è bene anche cercare di avere una buona qualità di vita, per esempio evitando tutti i prodotti eccitanti come il caffè o l’alcol, perché questi spingono verso uno stato mentale che diventa incontrollabile se accompagnato da emozioni particolarmente forti.

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Come essere felici quando si è ipersensibili?

La felicità non dipende dalla nostra ipersensibilità. Tuttavia, il modo in cui viviamo e percepiamo questo aspetto del nostro carattere ha un’influenza sulla nostra felicità. Ecco perché è importante trasformare la propria sensibilità in una forza, cominciando col mettersi in testa che non si tratta di un difetto. Mostrare le proprie emozioni non è una debolezza, al contrario, richiede molto coraggio. Numerosi artisti, registi e scrittori sono persone ipersensibili, cosa che gli permette di farci sognare attraverso la loro arte.

Può essere davvero difficile cambiare il modo in cui percepiamo le cose quando lo si fa da soli. Ecco perché non bisogna esitare a farsi accompagnare da un professionista. L’ipersensibilità non è una patologia, è un aspetto del carattere. Tuttavia, questo non vuol dire che l’aiuto dello psicologo sia inutile, anzi: lo specialista potrà accompagnarti nel tuo percorso per capire meglio come gestirla.

“Conosci te stesso” diceva Socrate: il segreto per trasformare la propria ipersensibilità in una forza è comprendere le proprie emozioni e stare sempre all’ascolto di se stessi.


Il consiglio della redazione: un percorso che può essere lungo

Prendere consapevolezza della propria ipersensibilità è il primo passo. Accettarla, conviverci e trasformarla in una forza è un percorso lungo che potrebbe richiedere del tempo, più o meno lungo. Se questa ipersensibilità è difficile da gestire a livello quotidiano, ricorda di chiamare uno psicoterapeuta per trovare insieme le risposte che cerchi e le soluzioni più adatte.

🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora! 
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Ginevra, Bodano

"Giovane donna sensibile ed empatica, cerco di conquistare il mondo armata del mio corpo minuto e del mio animo grande. L’unico modo che conosco per riuscire ad esprimere ciò che provo è la scrittura, insieme al canto, il disegno, la fotografia, la danza, il teatro… Beh, lo ammetto, non è l’unico, ma..."

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