8 consigli per aiutare qualcuno a combattere l’anoressia
1) Non incolpare nessuno
Prima di tutto, tieni a mente che la tua amica si trova in una condizione psicologica fragile. Se potesse scegliere, eviterebbe sicuramente una tale sofferenza. Così come per la la bulimia, bisogna incolpare la malattia, non la vittima. Non sentirti colpevole del suo stato e non chiederti se hai sbagliato qualcosa.
❤️ Instaurare una relazione sana senza rancore è il miglior modo di avanzare verso la guarigione.
2) Fai le domande giuste
Non pensare che se ha bisogno di te, te lo farà sapere. Sta a te tenderle la mano e proporle il tuo aiuto. I disturbi alimentari colpiscono ogni persona in modo diverso, quindi non esiste un modo univoco di aiutare. E soprattutto, non saprai di cosa ha bisogno se non glielo chiedi.
3) Ascolta senza giudicare
La comunicazione e l’ascolto attivo sono fondamentali. Prendi il tempo di parlarci – non sempre di cibo, ci arriveremo poi dopo – e di ascoltarla. Se la persona vuole condividere ciò che sente, ascoltala senza pregiudizi né commenti.
Un disturbo alimentare è una malattia mentale, la persona che ne soffre non può semplicemente “fare attenzione” o “sforzarsi” per curarsi. Al contrario, puoi supportarla dicendole per esempio che ci vuole una grande coraggio per affrontare quello che sta affrontando, che la capisci e che sei lì per aiutarla.
4) Incoraggiala a cercare l’aiuto di un professionista
La sua vita è in pericolo, quindi insisti e non prendere la cosa alla leggera. Dopo essermi informata, ho capito che l’anoressia non è una malattia fisica, ma mentale. Non puoi salvare la tua amica da sola, solo un professionista può farlo. E se lei ha paura o vergogna di chiedere aiuto da sola, puoi alleggerire il fardello. Puoi proporre una lista per aiutarla a scegliere una terapia che le corrisponda. E se siete molto unite, potresti anche informarti su eventuali rimborsi possibili per il percorso di terapia.
5) Non considerarla come una vittima
Il modo in cui le persone percepiscono se stesse quando hanno una bassa autostima nasce spesso dalla paura dello sguardo altrui. Non puoi controllare i suoi comportamenti.
L’importante è che si senta responsabilizzata, che senta di poter controllare la sua vita. All’interno di un gruppo, la persona malata non deve ricevere più attenzione degli altri. Bisogna mostrarle che occupa un posto importante, ma allo stesso modo degli altri.
In compenso la puoi aiutare con i bambini o facendole la spesa. L’obiettivo è farle guadagnare tempo perché possa concentrarsi un po’ su se stessa e vedere un terapeuta.
6) Evita l’argomento “cibo”
Parlare è importante, ma l’argomento “cibo” è da bandire. Spostare l’attenzione sempre sul cibo, sul peso o sul fisico è assolutamente da evitare. Dovresti piuttosto incoraggiarla e aiutarla a trovare degli interessi positivi che non le facciano pensare alla malattia. Evita anche di commentare il fisico degli altri, tutti i commenti riguardanti il corpo potrebbero essere mal interpretati.
7) Uscite insieme
Passare del tempo insieme è un modo eccellente di mostrare il proprio sostegno. È bene assicurarsi ancora una volta di scegliere un’attività che non provoca stress legato al cibo: pomeriggio di shopping, relax per una manicure, passeggiata nella natura. Sono tutte ottime occasioni di evitare l’argomento tabù.
8) Sii paziente
Ancora una volta, evita i comportamenti bruschi. I disordini alimentari sono complessi e la cura non è mai facile. Nessuno deve aspettarsi la guarigione dall’oggi al domani, anche se la persona segue una terapia. Sta a te mostrarle che la supporti e che sarai presente fino alla fine.
“L’anoressia non è una malattia del corpo, ma della mente” Lynn Crilly
Il consiglio della redazione: convincere un malato a farsi aiutare, un’impresa difficileIl problema è che la maggior parte del tempo, le persone anoressiche non si rendono conto di stare male. Secondo loro, il loro modo di gestire il problema è il migliore che ci sia. Pensano che i medici potrebbero distruggere il loro fragile equilibrio, che li facciano passare dall’anoressia alla bulimia, ovvero da più o meno magri (secondo la loro visione) a super grassi (sempre secondo la loro visione). Per motivare la persona che soffre di anoressia a iniziare una terapia, i parenti o il medico possono sottolineare gli effetti nefasti della malattia: problemi di salute, stanchezza, perdita di forza, difficoltà di concentrazione, perdita delle priorità (studi, amici…), assenza di vita sentimentale o sessuale. Non esitare a rivolgerti a un professionista dell’anoressia. 🤗Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e adesso! #BornToBeMe
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Fonte: ipsico
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