La grassofobia, una paura da denunciare!

Aggiornato il da Amelia Lombardi

Sono vittima della grassofobia da quando ero bambina perché, come puoi immaginare, sono grassa. Lo dico a testa alta perché non la considero la fine del mondo. Eppure, certe persone sono convinte che sia il male assoluto e si nascondono dietro i discorsi medici per giustificare la loro grassofobia. Inoltre, stiamo parlando della forma di discriminazione più violenta poiché normalizzata dalla società. È infatti provato che la grassofobia aggrava i problemi legati al sovrappeso ed è senza dubbio una fobia da denunciare per cambiare questa attitudine comune: le persone grasse hanno il diritto di vivere senza odiare il loro corpo.

La grassofobia, una paura da denunciare!
Sommaire : 

La nascita della grassofobia

Pigrizia, mancanza di volontà e di motivazione… Prima di entrare nel vivo, bisognerebbe capire come sono nati questi cliché. Per farlo, dobbiamo fare un passo indietro fino al Medio Evo. Prima, il grasso era sinonimo di forza e ricchezza. Poi, a partire dal Rinascimento, il grasso ha cominciato ad essere associato alla pigrizia, in particolar modo a causa della religione che metteva in risalto i peccati. Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo si è cominciato ad assimilare le malattie al sovrappeso. Solo che all’epoca non si avevano le stesse conoscenze che abbiamo oggi 🤷‍♀️. Hanno cominciato a circolare tantissime false credenze che non hanno sicuramente aiutato l’immagine delle persone grasse 😅.

Nel diciottesimo secolo, si comincia ad avere un’ossessione per misurare il peso e il grasso di un corpo. È proprio in questo periodo che la parola “obesità” fa la sua comparsa per parlare di disequilibrio. Senza contare che sempre in questo periodo “il grasso” diventa un argomento di caricatura e critica politica. Ciliegina sulla torta: nel 19° secolo si è cominciato a cercare soluzioni per evitare il sovrappeso, che è già visto in maniera negativa. È proprio in questo periodo che compaiono quindi le prime diete, che la moda prende piede e scarta sin da subito le persone grasse per concentrarsi su silhouette normate. Infine, nel 20° secolo, si arriva a considerare che le persone obese pesino sulla società. Essere grassi è considerato come un elemento perturbatore della produttività 💰…

I cliché sull'obesità

Grazie a quello che è successo nella storia, è facile capire che i cliché sono nati ormai tempo addietro e hanno avuto modo di trovare un posto solido nella menta comune. La pigrizia e l’ingordigia sono particolarmente condannate per spiegare la corpulenza di certe persone. Solo che spesso, questo quadro non corrisponde alla realtà 🤦‍♀️. Eppure è ancora difficile sfuggire a questi luoghi comuni che provocano enormi discriminazioni…

Una ricercatrice dell’università del Connecticut, Rebecca Puhl, lavora da più di 20 anni sulla stigmatizzazione legata al peso. Purtroppo la grassofobia è onnipresente, indipendentemente dalla nostra età e dal luogo in cui viviamo. Ciò che sottolinea il suo centro di ricerca è che la grassofobia ha conseguenze disastrose sulle persone in sovrappeso. Inoltre, la Puhl spiega che è molto difficile sradicare i cliché esistenti intorno alla grassofobia.

La mia testimonianza 🗣️

Come dicevo, sono sempre stata vittima di grassofobia. Il mio ricordo più lontano rimonta a quando avevo 7 anni, quando un bambino mi ha preso in giro perché ero grassa. È stato un fulmine a ciel sereno ma soprattutto mi ha spezzato il cuore, perché già al tempo avevo capito che essere grassa fosse una cosa negativa. A partire da quel momento, sono ingrassata sempre di più e sono stata quindi sempre più vittima di prese in giro. Ho subito anche bullismo a scuola a causa del peso per poi iniziare varie diete, nonostante fossi ancora piccola. Inutile dire che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione poiché mi sono allontanata sempre di più dal mio peso forma a causa di questi repentini cambiamenti di alimentazione.

Ho continuato a vivere la grassofobia anche in età adulta. È stato ancora più violento, perché prima si dava solitamente la colpa ai miei genitori, poi è diventata colpa mia! 😅 E tra l’altro, ho capito di aver interiorizzato la grassofobia e che per questa ragione non sarei arrivata ad amare il mio corpo. Ancora oggi, vivo una lotta quotidiana per dimenticare tutti questi cliché.

Quando la stigmatizzazione fa ingrassare

Come spiega Rebecca Puhl tramite le sue ricerche, il più grosso problema è che l’obesità non è considerata come una malattia multifattoriale come in realtà è. Solo la responsabilità dell’individuo è in gioco e questo genera molto senso di colpa, che a sua volta genera comportamenti a rischio. In poche parole, questa stigmatizzazione genera sovrappeso e diventa quindi un circolo vizioso 😥.

Campagne accusatorie

Sfortunatamente, la stigmatizzazione è rinforzata dai poteri pubblici con le campagne di prevenzione. Per riprendere l’iter storico, al giorno d’oggi l’obesità è considerata come un’epidemia disastrosa. Per debellarla, nascono come funghi varie campagne di prevenzione. E posso garantire che sono fatte molto male 😭! Non fanno altro che contribuire alla stigmatizzazione facendo credere alle persone di essere responsabili del loro peso: un esempio classico sono le pubblicità che incitano a muoversi tutti i giorni o a mangiare 5 frutti e verdure al giorno 😓.

👉 Queste pubblicità ci dicono chiaramente che la nostra alimentazione e la nostra attività fisica sono le chiavi per liberarci dal sovrappeso. Ancora una volta l’obesità è provocata da fattori ambientali che sono al di fuori del controllo degli individui.

Un mercato ghiotto

I cliché sono talmente incorporati nella nostra mentalità che queste campagne aggravanti saranno sempre più numerose. Per non dimenticare che c’è un’industria che spera che la grassofobia non sparisca mai: quella delle diete! E sì, le persone hanno talmente paura di ingrassare che questo mercato è estremamente fruttuoso! Solo che dopo aver fatto 15 anni di diete e di peso altalenante, posso assicurarti che le diete non sono la soluzione 😑. A tutto ciò si aggiunge poi la grassofobia medica, una delle peggiori cose che deve affrontare una persona grassa.

La grassofobia medica

Come dicevo, sempre maggiori studi e ricerche mostrano che la grassofobia aggrava l’obesità. Eppure, il campo medico non è ancora abbastanza sensibilizzato perché un grande numero di medici sono tuttora grassofobi, e questa è indubbiamente la cosa peggiore perché genera ancora più problemi di salute. Quando si è grassi, si ha paura di essere maltrattati dal personale medico e non ci si cura. Ed è proprio cosi che nascono altre malattie. Non voglio dire che essere sovrappeso non ha alcun impatto sulla salute ma non è sicuramente la ragione di tutti i mali 😤. Si può essere grassi e in perfetta salute, così come si può essere magri e avere diabete e colesterolo 🤷‍♀️.

Le conseguenze della grassofobia

La grassofobia non ci aiuta a dimagrire, tutto il contrario. Degrada la nostra salute e la nostra qualità di vita. Crea tristezza emotiva e psicologica, ci distrugge e ci spinge ad odiare il nostro corpo. Una dottoressa canadese, Theresa Tam, ha spiegato che la grassofobia ha diverse conseguenze nefaste come:

  • Meno cure sanitarie e di minore qualità
  • Differenza di stipendio: le persone grasse sono pagate il 18% in meno rispetto ai colleghi magri
  •  Strategie di adattamento nocive per la salute come disturbi del comportamento alimentare, come iperfagia o bulimia,
  • Stress cronico e acuto
  • Una reazione fisiologica del corpo con il mantenimento del peso
  • Ansia generalizzata
  • Depressione
  • Mancanza di motivazione ( a causa delle stigmatizzazioni)
  • Ecc.

Di fatto, la nostra vita è molto toccata dalla grassofobia: si vive 37 volte di più il rischio di essere discriminati sul lavoro ad esempio 😟. È sfiancante dover affrontare l’odio per il grasso. Vivere con una persona in sovrappeso è complicato non a causa dei problemi di salute ma a causa dei pregiudizi violenti che vi sono associati. Soprattutto in una società che impone il corpo magro come bello e il corpo grasso come brutto…

Interiorizzazione dei pregiudizi

La cosa peggiore con la grassofobia è che ci contamina, anche quando la viviamo in prima persona. L’odio verso il grasso è talmente violento che si finisce per accettarlo e trovarlo normale.
Si interiorizzano i pregiudizi e di conseguenza il corpo sviluppa problemi di salute: questo è quello che ha constatato Rebecca Pulh durante le sue ricerche, interrogando più di 13 000 persone attraverso 6 Paesi europei, tra cui la Francia. Più la grassofobia è interiorizzata dalla persona, più la sua salute peggiorerà a causa della vergogna legata al proprio corpo. Questo provoca un cattivo sostegno medico e cambia profondamente la persona facendogli sviluppare una quantità enorme di credenze limitanti 😔.

Le credenze limitanti 

Direi che è una delle peggiori conseguenze del sovrappeso. O meglio, una delle peggiori conseguenze della grassofobia. A causa della stigmatizzazione ho sviluppato credenze erronee sulle mie capacità. Ho poca fiducia in me stessa, ho sviluppato la sindrome dell’impostore e mi sono detta a lungo di essere buona a nulla. Questa svalorizzazione costante ci chiude nei cliché che ci vengono attribuiti. Non si riesce ad avanzare poiché si è bloccati in una ruminazione mentale che provoca molta sofferenza 🤯.

Quali soluzioni di fronte alla grassofobia?

Direi che la soluzione sarebbe sradicarla del tutto ma sfortunatamente ha ancora lunga vita, soprattutto quando si vedono i commenti che le persone grasse possono ricevere su internet… In ogni caso ci sono sempre più movimenti di “fat acceptance” da qualche anno. Anche se possiamo rimettere in discussione il body positive, c’è una vera e propria mobilizzazione di associazioni e militanti femministe per far capire a più gente possibile che la grassofobia è nefasta e che contribuisce a peggiorare la vita delle persone sovrappeso.

Una consapevolezza medica

C’è un’evoluzione anche dal punto di vista medico. Certi dottori hanno capito che infliggere il senso di colpa non serve a niente, se non a contribuire all’obesità. Da 10 anni, ho io stessa osservato un’evoluzione in questo campo. Nel 2010, la grassofobia medica era sistematica, oggi non lo è più, anche se mi capita ancora di esserne vittima. La cosa più importante è quindi trovare dei buoni medici, capaci di non giudicare, per avere delle vere cure che possono fare la differenza.

Lottare contro questa discriminazione

La strada è ancora lunga visto che i media e il potere pubblico fanno fatica a fare un passo in avanti in questo campo.  Ma la discriminazione basata sul peso è sempre più demonizzata, cosa che tende quindi a cambiare un po’ il comportamento delle persone. Le ricerche di Rebecca Pulh mostrano che il 70% della popolazione nordamericana desidera che il peso non sia una discriminazione nei diritti civili, così come per le origini e l’età.

👉 Questo potrebbe dare una svolta nel rapporto con il grasso, poiché la grassofobia diventerebbe un’ingiustizia sociale e un problema di salute pubblica on una considerazione di tutti i fattori.

Sensibilizzare alla grassofobia

Una mobilizzazione collettiva è una delle soluzioni per lottare contro il problema della grassofobia. Non bisogna mollare la presa e far capire a più persone possibile quando questa sia grave. Cerco di farlo nel mio piccolo con questo articolo, sensibilizzare. Anche se ho ancora un po’ di grassofobia interiorizzata contro il mio corpo, cerco di metterla in sordina.

Vorrei che non ci fossero più questi pensieri e discorsi sensibilizzanti. Meritiamo rispetto, dignità e uguaglianza di trattamento: il nostro peso non deve essere una vergogna né una critica ✊.

Il consiglio della redazione: stop alla grassofobia!

La grassofobia è inaccettabile! Speriamo che l’articolo ti abbia permesso di capire a fondo questo problema e fare qualcosa per evitarlo. Magari anche tu sei grassofoba senza saperlo perché ci sono false credenze che hai ormai interiorizzato? Se ne sei vittima e provi sempre più odio per il tuo corpo, non esitare a contattare uno psicologo

🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e adesso!
#BornToBeMe

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Fonti : thewom.com 

Articolo suggerito da Amelia Lombardi

La scrittura è un mezzo di espressione meraviglioso di cui non posso fare a meno. Mi ha permesso di incanalare la mia ipersensibilità e amo scrivere di psicologia e sviluppo personale. La comprensione di sé è il modo migliore per andare avanti!

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